In questi giorni il Consiglio Regionale ha avviato la discussione del DL della Giunta che imporrebbe una moratoria alla realizzazione di nuovi impianti di grandi dimensioni di ER.
Purtroppo l’ipotesi di moratoria prevista dal DL, e da altre proposte avanzate dal comitato per l’insularità, è tutta fondata sull art 145 c3 del Codice del Paesaggio.
Questo recita: “ Le previsioni dei piani paesaggistici di cui agli articoli 143 e 156 non sono derogabili da parte di piani, programmi e progetti nazionali o regionali di sviluppo economico, sono cogenti per gli strumenti urbanistici dei comuni, delle città metropolitane e delle province, sono immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti urbanistici, stabiliscono norme di salvaguardia applicabili in attesa dell’adeguamento degli strumenti urbanistici e sono altresì vincolanti per gli interventi settoriali..”
Come si leggere, l’articolo non dice in alcun modo che i Piani sono prevalenti rispetto a piani nazionali di natura ambientale, quali – tra le altre- le norme contenute nei Decreti Draghi. Anzi, in base ad accordi internazionali EU (sempre prevalenti) si è stabilito che l’interesse ambientale è prevalente rispetto all’interesse paesaggistico e comunque che l’Italia deve, con gli altri Stati membri, condividere l’onere (burden sharing) del raggiungimento dell’obbiettivo europeo sulla transizione energetica.
Quindi l’articolo 145 è stato facilmente travolto anche dalle recenti sentenze della Corte Costituzionale sulle moratorie proposte da altre Regioni. Purtroppo, riferirsi solo alla tutela del paesaggio non basterà a far cambiare l’orientamento della Corte e l’atteggiamento del Governo. Occorre un approccio giuridico-istituzionale più ampio, che affronti il problema da più parti. Provo a riassumere (nella speranza che possono essere prese in qualche considerazione) le cose già dette anche nel mio intervento al recente convegno, e che potete trovare qui sotto:
1. art 4 Statuto Regionale: la produzione di energia è materia concorrente:
- Occorre, immediatamente, proporre al Governo una Norma di Attuazione in cui si specifichi qual è la nostra parte di competenza, cosa possiamo autonomamente decidere, all’interno del quadro generale Nazionale ed Europeo.
- Occorre aggiornare il Piano Energetico Regionale dal quale si evince che la Sardegna gia oggi produce oltre il 50% in più dell’energia che consuma e che, rispetto a quest’ultimo dato, già oggi la produzione da fonti rinnovabili supera il 45%. Mostrare che, al netto di quanto produciamo per le altre Regioni, già oggi la nostra è una regione virtuosa per quanto riguarda le emissioni di co2 ed ancora di più lo è se si considera il bilancio del co2 grazie al grande patrimonio forestale ed alle estensioni cespugliose e a pascolo.
2. art 43 Costituzione : la legge può prevalere una riserva di produzione ai fini di utilità pubblica , può prevedere anche l’esproprio salvo indennizzo (si potrebbero espropriare progetti già o quasi autorizzati)
– a tal fine la Regione costituisce l’ente sardo per l’energia rinnovabili (o amplia lo scopo di Enas), in modo da associare alla presenza dell’impresa privata anche l’iniziativa Publica ai fini di utilità sociale, per un più giusto bilanciamento dei diversi interessi;
3. art 9 Costituzione: “la Legge tutela il paesaggio , l’ambiente , …… promuove la ricerca scientifica …..”Oltre al PPR della zona costiera, la Regione approva il PPR dellezone interne. La Regione mostra non un generico interesse ma un’ attenzione e un interesse del tutto particolare alla tutela dei beni culturali e paesaggistici;
4. Art 9) Costituzione “……..promuove la ricerca scientifica …..” Quindi, la prossima volta che la Corte dovesse pronunciarsi sul bilanciamento dei diversi principi costituzionali contenuti nell’art 9, dovrà tenere conto anche questo ulteriore elemento.
Il CRS4 con un suo laboratorio dedicato, da anni fa ricerca sulle ER e sulle tecnologie per la gestione delle Smart grid. Addirittura da Cagliari si gestisce in cloud una Smart grid di un isola danese. Quindi la Sardegna ha già nel passato puntato sulla ricerca sulle ER ed è prioritario per la nostra Region rafforzare ulteriormente tale l’attività di ricerca e di innovazione.
Il nostro PRS (Piano Regionale di Sviluppo): la sardegna è tornata in obiettivo 1 , per questo riceve notevoli risorse europee e nazionali, al fine di superare le povertà e il ritardo di sviluppo. Il nostro PSR intravede la sua possibilità di sviluppo investendo nella tutela del paesaggio, nella cultura , nella ricerca e nell’innovazione , nel turismo, nello sviluppo territoriale delle zone interne, nell’ agricoltura verde e nel cibo di qualità. L’impatto della servitù energetica, abnorme rispetto alle nostre esigenze e al nostro “giusto” onere, sarebbe devastante rispetto a ogni nostra futura possibilità di superamento delle diverse povertà che affliggono la nostra Regione.
Cinque punti di attacco, ben contenuti in una legge organica sulle rinnovabili, credo possano costituire una posizione forte con cui andare al confronto col Governo ed eventualmente davanti alla Corte Costituzionale, per una più attenta e più giusta composizione dei diversi principi costituzionali apparentemente contrastanti.